lunedì 19 luglio 2010




l’Unità 19.7.10

Il governatore pugliese rompe gli indugi: voglio ricostruire l’alternativa, subito alle urne
Le primarie? «Non sono una minaccia per il Pd, per vincere un popolo deve alzare la testa»
Vendola già si candida e dice: «Spariglierò il centrosinistra»
di Andrea Carugati

Vendola lancia già la sua candidatura alle primarie del centrosinistra. «Voglio sparigliare i giochi, le primarie non sono una minaccia per il Pd. No a governi tecnici, bisogna liquidare il berlusconismo e tornare alle urne».

«Mi candido a sparigliare i giochi del centrosinistra, se il centrosinistra si presenta come una vecchia liturgia». Bari, mezzogiorno, Nichi Vendola chiude la tre giorni delle sue «fabbriche» in un villaggio turistico sul mare trasformato in un laboratorio di politica (che porta il nome impronunciabile del vulcano islandese) e lancia la sua candidatura alle primarie. Del 2013, si dovrebbe dire, ma nessuno crede più che quella sia la data delle prossime politiche. Di qui l’accelerazione di Nichi, che lancia per primo la sua candidatura, per spiazzare gli amici-nemici del Pd, come ha fatto nell’autunno scorso per la Puglia. «Perché io? Perche io sono voi quando non sopportate il centrosinistra avendo la speranza di un mondo diverso», dice ai giovani che lo ascoltano. «E perché a me è accaduto due volte di dover sconfiggere il centrosinistra per sconfiggere il centrodestra». Batte e ribatte, il governatore pugliese, sulle inadeguatezze dell’attuale centrosinistra «asfittico»: «Non fa un discorso capace di interpretare la crisi del mondo, dell’Europa, dell’Italia, ha paura di esprimere fino in fondo le proprie ragioni e continua a coltivare una certa simpatia per la sconfitta». «Mi candido a ricostruire il cantiere dell’alternativa, se il centrosinistra si presenta senza la voglia di pronunciare parole chiare sulla voglia di cambiamento radicale», aggiunge. «Non c’è cambiamento se non si dà una prospettiva chiara di fuoriuscita dall’ergastolo della precarietà».
Le primarie, dunque. «Non sono una minaccia per il Pd, sono una minaccia per la cattiva politica, sono la riappropriazione da parte di un popolo delle scelte fondamentali». Vendola pensa di poter vincere, mobilitando un popolo anche lontano dalla politica, come avvenuto in Puglia: «La prima regola per vincere è che questo verbo non venga coniugato in un luogo separato rendendo quella vittoria un obiettivo insignificante fuori del palazzo». «Non è la vittoria di uno, di un partito o di uno schieramento aggiunge tra gli applausima la vittoria di un popolo che si alza in piedi e alza la testa».
NO A GOVERNI TECNICI
Nel progetto di Vendola non c’è spazio per un governo tecnico. Per questo si dice d’accordo con il no annunciato da Tremonti, ma «per motivi opposti». «Si è consumata una stagione politica. Abbiamo bisogno di chiudere questa esperienza, di liquidare il berlusconismo e di tornare alle urne». Sulla destra al governo usa toni insolitamente duri: «C’è una esibizione impudica di un potere verminoso che oggi vede una ribollente esplosione di questione morale, una processione di camorristi, di massoni deviati che accerchia palazzo Chigi». I suoi ragazzi non lesinano gli applausi. Tranne in un passaggio, quando Vendola paragona le sua fabbriche al meeting di Cl: «Sono l’equivalente di quello che sono stati a destra i meeting di Rimini: il più importante incubatore di nuove culture e di nuovi pezzi di classe dirigente...». Mormorii tra i giovani in ascolto. «Le fabbriche non saranno una sigla candidabile alle elezioni, saranno autonome anche da Sinistra e libertà», conclude Vendola. E dà l’appuntamento al prossimo anno. Primarie permettendo.

Repubblica 19.7.10
Vendola: Voglio sparigliare il centrosinistra
Le mie fabbriche sul modello Cl
di Paolo Russo

BARI - «Mi candido per sparigliare i giochi del centrosinistra». Nichi Vendola lancia da Bari la sfida delle primarie. E lo fa da uno stabilimento balneare dove, per tre giorni ha radunato i volontari del suo comitato elettorale permanente. Le Fabbriche di nichi, nate per vincere le regionali della scorsa primavera hanno ora un obiettivo più ambizioso: trasformare il presidente-poeta nel leader di tutta la coalizione. L' uomo giusto per riconquistare palazzo Chigi e mettere fine al berlusconismo. Dopo mesi di rumors e incontri con i leader nazionali dell' opposizione, ieri Vendola ha rotto gli indugi: «Mi candido a ricostruire il cantiere dell' alternativa: il centrosinistra si presenta con una vecchia liturgia e non fa un discorso capace di interpretare la crisi italiana» ha detto mandando in visibilio i suoi duemila giovani seguaci arrivati da tutta l' Italia per organizzare la battaglia più difficile. Anche se l' effetto sorpresa non c' è stato, l' annuncio di Vendola è di quelli in grado di mettere in subbuglio il centrosinistra. Perché il governatore pugliese è un avversario difficile da battere. Un professionista delle primarie: «A me - ricorda - è accaduto già due volte di dovere sconfiggere il centrosinistra per sconfiggere il centrodestra. Le primarie non sono una minaccia per il Pd o per il centrosinistra, sono una minaccia per la cattiva politica». Lo Zapatero di Puglia, però non può contare su un partito organizzato che sostenga la sua battaglia e la esporti su scala nazionale. Sinistra ecologia e libertà non è ancora radicata sul territorio. Per competere con avversari più grandi, Vendola ha bisogno di rinforzare il suo già folto esercito di "operai". Per questo il meeting delle Fabbriche di nichi diventerà un appuntamento annuale: «Saremo l' equivalente del meeting di Comunione e liberazione a Rimini, che è stato a destra il più importante incubatore di nuove culture e di nuovi pezzi di classe dirigente - ha annunciato Vendola se il centrosinistra in questi anni ha perso è perché ci siamo comportati come amministratori di condominio e non come costruttori di una visione. Le fabbriche per noi saranno il più importante incubatore di intelligenze e della nuova classe dirigente". La terza sfida, quella più importante, parte addirittura con tre anni di anticipo rispetto alla fine naturale della legislatura. «Bisogna tenersi pronti ad andare al voto - ha arringato i suoi - come Tremonti sono contrario alla nascita di governi tecnici, ma per le ragioni contrarie alle sue: abbiamo bisogno di chiudere questa esperienza, di liquidare il berlusconismo e tornare alle urne». Ma per Vendola l' attuale centrosinistra non è in grado di sfidarsi per il cambiamento: «E' come se avesse paura ad esprimere fino in fondo le proprie ragioni che sono le ragioni di chi dovrebbe mettere in campo un' alternativa forte a questa esibizione impudica di un potere verminoso che oggi vede una ribollente esplosione di questione morale, una processione di camorristi, di massoni deviati che accerchia palazzo Chigi». Poi, affiancato sul palco da un' interprete che traduceva il suo discorso per i non udenti, il leader di Sinistra ecologia e libertà ha tracciato le linee guida del suo programma: «Dobbiamo vincere - ha scandito - ma questo verbo deve essere coniugato fuori dal palazzo, lungo le traiettorie delle vie popolari. Vincere ha un significato se si vince a Pomigliano, a Melfi, se la vittoria ha significato per gli studenti precari, per i ricercatori che sono costretti ad emigrare, per le donne e gli eroi dei nostri giorni, come Falcone, Borsellino e Carlo Giuliani. C' è un' Italia migliore e noi la faremo vincere» ha concluso tra gli applausi. La "Puglia migliore", slogan delle ultime vittoriose regionali è già diventata troppo stretta per quello che, al momento è l' unico candidato alle primarie del centrosinistra. Dal Pd e dall' Italia dei valori nessuno dei leader nazionali ha commentato la sua discesa in campo.

il Fatto 19.7.10
Di Pietro all’attacco: “Vendola pensi alla Puglia”
“Non ci siamo impegnati per lanciarlo nel suo successo personale”. E Nichi: “Batterò il premier”
di Wanda Marra

Inarrestabile Vendola. Dopo aver lanciato ufficialmente la sua candidatura a leader del centrosinistra, non esita a sfidare Berlusconi per la leadership: “Vincerò le primarie del centrosinistra e batterò Berlusconi. Come faccio a perdere?”. Perché “ha berlusconizzato la nostra società e adesso comincia ad esserne vittima. Lo batterò perché è troppo vecchio”. Oltre ad essere “maschilista” e un po’ “guascone”. Una discesa in campo che pesa e che lascia intendere l’imminenza di possibili elezioni politiche, mentre proprio il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani rilancia la proposta di una “fase di transizione”, cioè un rinvio delle urne dopo un ipotetico post-Berlusconi. Ma se il Pd, pur accusando il colpo, simula indifferenza e si dichiara più o meno in maggioranza pronto ad accogliere la partecipazione del governatore della Puglia alle primarie, Di Pietro esprime tutta la sua contrarietà, con un affondo che preannuncia battaglia. “Vendola è stato da poco rieletto governatore della Regione Puglia e peraltro è più per demeriti della coalizione del centrodestra che si è divisa che per meriti del centrosinistra che ha guidato nei precedenti 5 anni visto che molti assessori della sua giunta poi sono finiti sotto l'attenzione della magistratura per aver fatto male il loro dovere”, dice ad Affari italiani. E ribadisce al Fatto Quotidiano: “Ci siamo impegnati a farlo eleggere e lo sosteniamo ora, non per aiutarlo nel suo successo personale, ma per governare la Puglia”. D’altra parte il leader dell’Idv non nega la possibilità di candidarsi in prima persona. E non risparmia una stoccata velenosa rispetto all’affermazione del governatore della Puglia che Carlo Giuliani sarebbe un eroe della Repubblica come Borsellino e Falcone, come riportato dal Corriere della Sera (ma poi smentito ieri: “Nessun paragone dice Vendola a Radio 24 era il contrario di un’apologia o di una retorica; era semplicemente ricordare cos'è accaduto nel luglio del '92 e nel luglio del 2001”). “Questa è la dimostrazione del fatto che Vendola ha uno sguardo settoriale dichiara Di Pietro Borsellino e Falcone hanno dato la vita per l’Italia, Carlo Giuliani ha partecipato a una manifestazione violenta”. Alzata di scudi contro Vendola anche dai suoi ex alleati della sinistra radicale: “Discussione faticosa e inutile”, dichiara Diliberto. “Prima di discutere su Nichi Vendola e sulla sua volontà di sparigliare il centrosinistra, dobbiamo chiederci se riusciamo a far cadere Berlusconi”, dice Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista. E intanto Bersani parla di una “fase di passaggio”, che però non sarebbe il governo di larghe intese proposto da Casini, che includeva Berlusconi. Attacca Vendola: “Un discorso dal mio punto di vista poco chiaro, si ha la sensazione che ci sia un giudizio che differenzia l’azione di Tremonti da quella di Berlusconi”.